Récoltant da 4
generazioni, la famiglia Pinot-Chevauchet coltiva, nei villaggi di Moussy e
Pierry, nella Vallata della Marna, 27 parcelle, su terreni calcareo-argillosi.
La cuvée di oggi è composta da 80% Pinot Meunier e 20%
Chardonnay, non meno di cinque anni sur
lattes – periodo di affinamento che vale per tutti i loro champagne – per giunta
non dosato, con 2 anni di sboccatura.
Oro nel calice, di fine e persistente perlage. Naso morbido, a dispetto del brut nature,
con ricchezza di frutta secca, burro e crema pasticcera, di piacevole profilo
minerale.
Bocca puntualmente dritta, ma non istericamente impennata
e decisamente più corrispondente alla tipologia zero dosaggio.
Equilibrio dei
sorsi, dal finale abbastanza lungo.
Joyeuse bien sûr,
nondimeno paga qualcosa in eleganza, come tutti gli champagne - salvo rarissime
eccezioni - che hanno percentuali bulgare di “quel” Pinot.
Absit iniura verbis, è semplicemente il mio onesto (e
discutibile) pensiero circa il PM.
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