venerdì 4 ottobre 2019

Champagne Pinot-Chevauchet Brut Nature Joyeuse




Récoltant da 4 generazioni, la famiglia Pinot-Chevauchet coltiva, nei villaggi di Moussy e Pierry, nella Vallata della Marna, 27 parcelle, su terreni calcareo-argillosi.

La cuvée di oggi è composta da 80% Pinot Meunier e 20% Chardonnay, non meno di cinque anni sur lattes – periodo di affinamento che vale per tutti i loro champagne – per giunta non dosato, con 2 anni di sboccatura.

Oro nel calice, di fine e persistente perlage. Naso morbido, a dispetto del brut nature, con ricchezza di frutta secca, burro e crema pasticcera, di piacevole profilo minerale.

Bocca puntualmente dritta, ma non istericamente impennata e decisamente più corrispondente alla tipologia zero dosaggio.
Equilibrio dei sorsi, dal finale abbastanza lungo.
Joyeuse bien sûr, nondimeno paga qualcosa in eleganza, come tutti gli champagne - salvo rarissime eccezioni - che hanno percentuali bulgare di “quel” Pinot.

Absit iniura verbis, è semplicemente il mio onesto (e discutibile) pensiero circa il PM.

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