venerdì 31 maggio 2019

Champagne Taittinger Blanc de Blancs Comtes de Champagne 1999




E’ la cuvée de prestige, ideata dal fondatore nel 1952, per onorare i Conti di Champagne. Chardonnay in purezza, da uve Grand Cru della Costa dei Bianchi, solo la prima spremitura, dieci anni sui lieviti, con rémuage e dégorgement rigorosamente manuali.

Bulles finissime, per un naso intenso, sfaccettato e seducente.
Tantissima pasticceria - crema e brioche – e mineralità gessosa, che ti imbullona il naso al calice; poi frutta matura, bianca e gialla – pera, pesca e agrumi - con sviluppi anche esotici.
Il continuo mutamento del quadro olfattivo, riserva presenza marcata anche di legni pregiati, mandorla e nuances floreali.




Al palato è leggermente meno loquace, complice l’annata calda che si avverte e si riflette in un’acidità, sì presente, ma che ha evidenziato qualche rallentamento. Nondimeno la materia c’è tutta, in virtù dell’assaggio che si sviluppa con splendide note di cedro e precisi lineamenti gessosi e speziati.

Bocca che si mantiene morbida, dal finale dolce, dominato da forte presenza di zenzero, legato a filo doppio con l’inconfondibile gessosità che solo quelle zone regalano.



venerdì 24 maggio 2019

Champagne Francis Boulard Les Murgiers Extra Brut s.a.




Il burbero Francis, parecchi anni fa lasciò l’azienda di famiglia (seguito dalla figlia Delphine), prese la strada in solitaria e creò un suo domaine. Ora coltiva quattro ettari nella Montagna di Reims, tutti certificati bio.
La sua filosofia è creare champagne dritti, affinchè sia il terroir  a parlare.

Les Murgiers è un blanc de noirs, Pinot Meunier e Pinot Nero, in percentuali non dichiarate.

Freschi aromi di pasticceria da forno – biscotto e brioche – seguiti da sentori di lime e pesca e una sincera impronta vegetale di timo e salvia, timbrano efficacemente l’olfatto, corredato di sensazioni speziate – cannella e noce moscata – con puntuali ricami minerali.

La bocca, freschissima e integra, testimonia specularmente lo spettro olfattivo, dando origine a sorsi taglienti - in pratica un non dosè - arricchiti da sapidità minerale e fine trama speziata. Progressione di beva incalzante, con finale lungo e molto persistente.

Il meglio del caratterino di Francis è tutto in vetro.

venerdì 17 maggio 2019

Champagne Philipponnat Royale Réserve Pure Cuvée n° 240 Brut s.a.




Meglio conosciuta come Cuvéè Moon (Import), dal nome dell’importatore italiano che l’ha elaborata secondo i “nostri” gusti.
La classica boccia dimenticata in cantina, prima evitata, poi rimandata, poi posticipata, poi…Poi però la sua ora è scoccata.

Da retroetichetta: vendemmia 2004, vini di riserva 17%, dosaggio 8 gr./lt., sboccatura 2007. Venticinque cru, di diverse zone e di annate differenti, con il Pinot Nero che la fa da padrone (circa 50%), mentre lo Chardonnay (35%) e il Pinot Meunier (15%) chiudono il cerchio.

Maturo all’occhio, di sottile e continua effervescenza.
Naso introverso. Si apre lentamente, ma con fierezza, ripagando l’attesa.
In primo piano sentori terziarizzati – ovvio - di fichi sciroppati, miele, fieno e camomilla. Scorre il tempo e la complessità trova piena espressione con l’olfatto in evoluzione ininterrotta: caffè e mandorle tostate, arachidi e champignon.

In bocca è cremoso e armonico. Il sorso è pieno, corposo, abbastanza ossidato, tuttavia l’acidità regge ancora bene. Quadro olfattivo che si rispecchia, sostanzialmente, nell’assaggio. La verve acida, nonostante i tanti anni dalla sboccatura, assicura ancora ritmo al sorso.
Chiude lungo e avvolgente, con persistenza notevole, su toni gessosi e di caffè, con tocchi raffinati di agrumi confit e liquirizia.
Gran boccia.




venerdì 10 maggio 2019

Champagne Tarlant Zéro Brut Nature s.a.




Oeuilly, piccolo villaggio nel cuore della Vallata della Marna, dove i Tarlant sono una antica famiglia champenoise, vignerons dal 1687.

Il brut nature è cuvée d'assemblage, in percentuali paritarie, dei tre vitigni principi della Champagne, vendemmia 2007, con aggiunta di vini di riserva, niente malolattica, quasi 5 anni sur lattes, sboccatura a gennaio 2013.
Premessa: non aver fretta nel bere gli Champagne di Tarlant, ma aprili e concedi loro un poco di attesa – dieci, venti minuti - e temperature non troppo basse, altrimenti il rischio di non capire qualità e valore è alto.

E’ quasi dorato, di un’effervescenza fine e continua. Parte sottovoce, ma si slancia poco dopo, con un naso freschissimo di pane grigliato, fiori bianchi, frutta secca e agrumi – limone e mandarino –  di forte caratterizzazione minerale e salina, con netti tocchi fungini.

In bocca convince per coerenza e per l’ossatura che richiama e racconta il terroir.
Ancorchè sia zero dosaggio, la drittezza è misurata. Non è la solita lama acida, che ti affetta il palato prima e te lo asfalta poi. Una affilata ed elegante mineralità gessosa, una forte presenza agrumata e puliti aromi iodati e salmastri, danno risalto e compiutezza a questi sorsi di intensa persistenza e finezza. 

Qui è racchiusa l'unica parolina magica, che spiega e dà senso ai vini, tutti, e vale più di mille altre analisi, annusate, roteazioni e si chiama Equilibrio.