34 parti di Chardonnay e 66 di Pinot Noir, poco oltre
i 4 anni sui lieviti, dosaggio che corre lungo i 12 gr./lt. per un dégorgement oltre i due lustri.
Il contachilometri – evidentemente elevato - nonchè
una conservazione niente affatto ottimale, hanno condizionato pesantemente la
boccia, ancorchè questi siano i rischi che vanno messi in conto, allorquando si
accetta la scommessa del web.
Molto dorato, con naso e bocca che sbicchierano subito,
e in maniera schietta, l’evidente ossidazione. Ergo, senza troppe esplorazioni:
agrumi in avanzato stato di canditura – buccia di cedro e mandarino confit - e altra frutta gialla matura,
frutta secca e miele, cera d’api e altri elementi propri del bagaglio delle
sensazioni terziarizzate.
La morbidezza ossidativa è tanta, finendo per
soffocare qualsivoglia tentativo di risveglio acido, il quale avrebbe, senza
dubbio, impresso qualche scossa di vitalità ai sorsi, rimasti pressochè seduti, tuttavia mai stucchevoli,
ripensando al dosaggio.
Le virtù del liquido si sono smarrite cammin facendo, ergo,
la classe della casa, una volta tanto, la si è dovuta più immaginare che apprezzare,
pur cogliendone, comunque, l’impronta, sulla falsariga del Brut Premier.
E’ la roulette
di internet - solitamente se ne esce vincenti e appagati - con il suo ineludibile,
e fatal rovescio, talvolta più casino – bordel
- che casinò.
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